mercoledì 6 febbraio 2013

Strada facendo...

...ma che cos'è che ci fa andare avanti e dire che non è finita...


Il Rettore, il 'neutrale' Rettore [ndr-cfr]attacca Navarra e quindi, il giorno dopo, anche il Prof. Vita lo fa.
Interviene nella querelle il Prof. Mazzù.
E non solo.
Ecco la lettera di Vita ed i relativi commenti:



Cari colleghi, cari studenti, cari funzionari e collaboratori tecnici e amministrativi

Dopo la presentazione di cinque intenzioni di candidatura alla carica di Rettore e le prime battute del confronto che ci condurrà alle elezioni, sento la necessità di condividere con voi alcune riflessioni che reputo possano essere utili per meglio indirizzare il dibattito nella opportuna dimensione accademica e che rappresenteranno, sicuramente per me, punti cardine sui quali costruire giorno dopo giorno la mia proposta di rinnovamento della nostra Università. Ho sempre creduto nella correttezza istituzionale, nella coerenza, nella libertà di opinioni e di informazione purché, soprattutto queste ultime, siano obiettive e giuste.
Credo che tutti quanti concorderanno nel ritenere che le elezioni accademiche sono, per loro stessa natura, momenti di elevato e corretto confronto su argomenti quali la ricerca, la didattica, i diritti degli studenti, la programmazione di risorse economiche, l’alta formazione, le politiche gestionali per l’inserimento nei competitivi contesti nazionale ed internazionale.
Ho la sensazione invece che tali temi siano stati da qualcuno, almeno fino ad oggi, marginalmente affrontati, privilegiando al contrario argomentazioni improntate a schemi figli di metodologie ormai superate che nulla hanno a che vedere con l'Istituzione Universitaria.
All’incontro di sabato scorso promosso dalla CISL, che ancora ringrazio per l’iniziativa, è stata letta la lettera del prof. Navarra, impossibilitato a presenziare alla manifestazione, nella quale auspicava l’“incremento delle risorse destinate al Fondo per il salario accessorio”. A meno di una cattiva interpretazione mia e di molti altri presenti, penso che egli sappia bene che il Fondo si determina automaticamente per legge ed è certificato dal Collegio dei Revisori, senza alcuna discrezionalità per l'Amministrazione e quindi non rimane che ritenere che si è fatta pura demagogia elettorale.
Se poi l’argomento del “salario accessorio” volessimo considerarlo come una forma di disinformazione, di diversa interpretazione e forse più inquietante è la seguente frase riportata nella sua lettera: “solo quando l’Università di Messina avrà il quadro completo delle abilitazioni conseguite dal suo corpo docente in ciascuna tornata concorsuale, si potrà procedere alla distribuzione dei posti”. Così facendo sarebbe stravolta la normale gestione del reclutamento, perché la programmazione dei nuovi posti di professore deve essere fatta guardando alle esigenze ed allo sviluppo dell'Ateneo e non dopo aver saputo quali sono gli abilitati del nostro corpo docente con il grave rischio di indirizzare le scelte conseguenti.
Sono sicuro che condividiate con me che le capacità di innovazione non siano correlate all’età anagrafica ma piuttosto alla storia personale di ognuno di noi, alla voglia e all’attitudine ad affrontare le sfide del cambiamento con umiltà e senza presunzioni ma con spirito di servizio ed al di fuori di vetuste logiche.
Non ho mai, neanche per un attimo, immaginato di manifestare con presunzione ai colleghi ed alla comunità universitaria la convinzione di avere la vittoria a portata di mano in modo da suggestionarli e condizionare la loro decisione.
Credo invece che la figura del nuovo Rettore debba essere, giorno dopo giorno, costruita, validata e consolidata nelle regole della democrazia, nel sereno confronto dialettico e con il coinvolgimento di tutte le componenti del nostro Ateneo.
Credo che il futuro della nostra Università debba essere riprogrammato partendo da una profonda autocritica rivolta alla identificazione degli errori passati per poi individuare le soluzioni più opportune. E questo deve avvenire utilizzando metodi trasparenti, condivisi e vigilando affinché il vecchio non venga riproposto ammantato di nuovo.
E’ necessario sperimentare tutti insieme modelli gestionali innovativi per affrontare le sfide che ci vedranno competere con le altre Università in un contesto particolarmente difficile dove ci si dovrà confrontare con il tentativo governativo di imporre la federazione di Atenei, la drastica riduzione delle risorse finanziare, il taglio del numero dei docenti ed il venir meno della fiducia degli studenti.
Voglio insieme a tutti voi, e soprattutto assieme ai giovani, fare una piccola grande “rivoluzione” della nostra Università e della nostra mentalità per costruire insieme un nuovo ed agile assetto istituzionale coerente con le vocazioni del territorio, al servizio degli studenti e della cultura. Come ho avuto modo di dire, proprio nell’incontro promosso dalla CISL e questo è stato ampiamente riportato dalla stampa, a chi mi chiede di voltare pagina, io chiedo di “cambiare libro”. E così faremo, tutti insieme. Senza derive demagogiche e senza quella spinta antipolitica che portata all’interno dell’Accademia rischia di danneggiare la nostra Istituzione e di renderla più vulnerabile.
Ho deciso di impegnarmi “per”, non “contro” e per questo vi chiedo di aiutarmi a raggiungere nuovi obiettivi, insieme.

In attesa di poter personalmente affrontare con tutti voi queste tematiche, vi invio i miei più cordiali saluti.
Giuseppe Vita

5 commenti:

Unknown ha detto...

"Caro Prof. Vita,
ho letto la Sua ultima mail e tutte le precedenti e La ringrazio per avermi dato notizia della Sua "intenzione di candidatura".
Prendo atto dell'esigenza da Lei esposta: " Credo che il futuro della nostra Università debba essere riprogrammato partendo da una profonda autocritica rivolta alla identificazione degli errori passati per poi individuare le soluzioni più opportune".
Mi sorge spontaneo il dubbio che siamo ancora all'alba di un discorso serio, sicché la proposizione dell'"intenzione di candidatura" appare carente di presupposti o reticente: essa, cioè, sarebbe carente di presupposti, se uno o più degli aspiranti candidati non conoscessero ancora "gli errori passati per poi individuare le soluzioni più opportune"; sarebbe reticente, se - pur conoscendoli - non li enunciassero esplicitamente.
Questa carenza informativa o timidezza nella evidenziazione degli errori sono due fattori che pesano negativamente su qualunque candidato, perché ne denunziano la debolezza dell'analisi retrospettiva e/o l'intento evidente di "non disturbare il conducente". In altri termini, saremmo di fronte ad un "continuismo mascherato", per nascondere il quale non basta il gioco delle parole (" voltare pagina", ... “cambiare libro”).
Visto che, comunque, Lei dà per scontato che ci
sono stati "errori passati" per i quali occorre fare l'autocritica, Le sembrerà naturale che un comune elettore abbia la legittima esigenza di
conoscere direttamente da Lei a quali errori Lei intende riferirsi, chi li ha commessi, chi li ha avallati con appoggio esplicito o silenzio
complice.
E' chiaro che non è mia intenzione riaprire dibattiti e polemiche antiche, ma è Lei stesso a rievocare "errori passati" dai quali sottintende di voler prendere le distanze. Pertanto, se vuole
essere ed apparire credibile, al di fuori delle frasi di circostanza,
La prego di essere esplicito sia nella diagnosi degli errori passati, sia nella scelta della terapia che intende adottare.
Cordialmente
Carlo Mazzù "

Unknown ha detto...

Carissimo prof. Mazzù
proprio nell'incontro della CISL di sabato scorso ho avuto modo di meglio specificare quali sono gli errori del passato che in questo momento meritano una grande attenzione non solo mia ma di noi tutti.
Il documento del CUN di fine gennaio su "Le emergenze del Sistema" disegna una università italiana malata e che segue a stento le modificazioni sociali e culturali del paese.
In questi ultimi anni il Ministero ha definito precisi indicatori per la valutazione della ricerca, della didattica, dell'internazionalizzazione ed altri temi. Dopo una iniziale attenzione da parte della nostra università (e metto dentro anche noi tutti docenti), è mancato un monitoraggio continuo e costante per vedere se Messina stava andando nella direzione giusta oppure no.
Ecco io auspico, ed è la prima proposta operativa che faccio, la designazione di delegati rettorali a tempo determinato che ricevano dei precisi obiettivi su temi così importanti (la valutazione del ministero si ripercuote sull'entità del finanziamento) e dopo 6 e 12 mesi debbano rendere conto dei risultati ottenuti. Come avviene per i DG delle aziende sanitarie, in mancanza di risultati, la delega non viene confermata e si cercherà la persona più adatta per raggiungere quello specifico scopo.
Spero di incontrarci presto per discutere anche di altre problematiche e dimostrarle che non sono reticente..
Cordiali saluti
Giuseppe Vita

Unknown ha detto...

Chiar.mi colleghe e colleghi, gentile personale tecnico e amministrativo,

torno ancora una volta (forse abusando) a chiedere la vostra attenzione utilizzando lo strumento della posta elettronica che ritengo inidoneo per un confronto tra candidati. Tuttavia, non posso evitare di rispondere alla lettera del prof. Vita che mi chiama direttamente e inopinatamente in causa. Devo dire che a una prima lettura la missiva mostra con ogni evidenza tanto “l’ignoranza” del prof. Vita in tema di contrattazione integrativa, quanto la sua incapacità di comprendere come lo sviluppo dell’Ateneo passi innanzitutto dal riconoscimento del merito dei suoi docenti che conseguiranno l’abilitazione nazionale.

Per quanto attiene all’aspetto dell’incremento delle risorse destinate al salario accessorio, consiglio al prof. Vita di leggere e studiare con attenzione la circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica n.13 del 2011 che consente alle amministrazioni la possibilità di “incrementare le risorse dedicate alla contrattazione integrativa con modalità di finanziamento virtuose, tramite processi di riorganizzazione, ristrutturazione e riqualificazione della spesa, con l’obiettivo da un lato di rafforzare la correlazione tra qualità dei servizi e produttività e capacità innovativa della prestazione lavorativa, dall’altro di limitare gli effetti del contenimento delle risorse destinate all’impiego pubblico”. Mi pare che le considerazioni da me svolte sulla questione abbiano appunto al centro, come recita la circolare sopra richiamata, la capacità dell’Ateneo di intervenire in modo virtuoso sui processi decisionali e organizzativi secondo modelli peraltro già ampiamente praticati nell’amministrazione pubblica del nostro pese.

Per quanto attiene alla relazione tra le abilitazioni e lo sviluppo del nostro Ateneo, un dato mi pare assolutamente lapalissiano: la crescita della nostra istituzione accademica, come di qualunque altra, passa dal riconoscimento del merito dei suoi docenti. Pertanto, il mio suggerimento è quello di dare priorità ai colleghi della nostra Università (speriamo molti) che, in quanto bravi e meritevoli, risulteranno idonei alle procedure di abilitazione nazionale. Ogni programmazione deve tener conto delle risorse disponibili e degli obiettivi da raggiungere. Nel nostro caso le risorse sono date dal finanziamento straordinario, gli obiettivi sono costituiti tanto dal potenziamento del corpo docente esistente, quanto dalle coperture dei settori carenti attraverso nuove immissioni dall’esterno. Tra i due obiettivi, in linea con quanto fatto finora dal nostro Ateneo che ha provveduto sempre alla chiamata degli idonei interni, propongo di dare priorità nella programmazione al primo. A questo riguardo, è importante sottolineare come la normativa imponga che il finanziamento straordinario sia destinato in misura non inferiore al 20% al reclutamento di personale esterno ai ruoli dell’Università di Messina, mentre la restante parte (non superiore all’80%) possa essere assegnata alla copertura delle progressioni interne. In questo quadro, è evidente quanto il completamento delle tornate concorsuali sia necessario per il raggiungimento dei due obiettivi di cui sopra. Non comprendo cosa ci sia di inquietante nel dare priorità nella programmazione alle opportunità rivolte al corpo docente dell’Università di Messina abilitatosi con merito, quando lo stesso impianto normativo suggerisce più o meno implicitamente questa stessa soluzione.

Sarei grato al prof. Vita se per il futuro si astenesse dal formulare esternazioni per email, ritenendo più opportuno che i temi rilevanti per il futuro del nostro Ateneo siano discussi in campo aperto in uno o più confronti pubblici tra i candidati.

Unknown ha detto...

Tuttavia, questo scambio di email innescato dal prof. Vita, pone in chiara evidenza il fatto che l’Università di Messina si trovi ormai da tempo in una campagna elettorale che vede oggi in competizione ben cinque candidati. Mi auguro che il Decano della nostra Università, a questo punto, voglia valutare l’opportunità di avviare una riflessione sulla scadenza delle prossime elezioni a Rettore restituendo certezze alla comunità accademica.

Pietro Navarra

Unknown ha detto...

Carissimo Prof. Vita, è questo l'unico motivo di Sua autocritica rispetto all'operato dell'Università di Messina? Non crede di coinvolgere nell'autocritica anche chi è stato relegato al ruolo di spettatore impotente e di essere molto benevolo e assolutorio rispetto ad una gestione di un bene comune (l'Università di Messina) che appartiene a tutti, ma che è stata appannaggio di un "governo dell'Ateneo" arroccato a difesa di un ruolo, in regime di autoproroga, con minaccia di procedimento disciplinare nei confronti di quei docenti che hanno osato chiedere giustizia al TAR di Catania?
Mi vorrà riconoscere almeno il titolo a domandare se in questa "operazione oblio", in cui tutti saremmo equiparati nelle responsabilità del passato, c'è chi in tempi non sospetti ha levato una protesta e denunziato una deriva gestionale, dalla quale anche Lei intende - adesso e per la prima volta, a mia memoria - prendere le distanze.
Non conosco i dettagli del Suo programma, ma il proposito di nominare "delegati a termine" introduce forme di precariato nella gestione, mutuando metodi e mentalità aziendalistiche (non a caso fa riferimento allo schema della riforma sanitaria, da tutti criticata), senza tenere conto del fatto che il delegato del rettore è un volontario che lavora gratuitamente e, in questo contesto, rischierebbe anche di diventare il capro espiatorio di scelte altrui, visto che non può interferire sul livello decisionale, non partecipando agli organi di gestione dell'Università.
Grazie per la tempestiva attenzione e per il proposito molto cortese di tenere aperto un confronto anche con chi, come me, essendo stato espropriato illegittimamente del diritto a partecipare alla competizione elettorale, in virtù di una proroga illegittima, si limita oggi a non restare osservatore passivo.
Cordialmente
Carlo Mazzù